Si fa presto a dire "complottista"
Il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas, viene ucciso John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America. Il suo successore, Johnson, per appurare la dinamica dei fatti istituì una commissione d'inchiesta, la Commissione Warren, che prese il nome del presidente della corte suprema degli Stati Uniti che la presiedeva. La commissione durante la sua attività di inchiesta, ascoltò più di cinquecento testimoni e consultò un gran numero di documenti fornito dalle istituzioni. La disamina dei documenti stabilì la dinamica dell'accaduto, individuando l'autore dell'omicidio, tuttavia evidenziando anche i punti deboli dell'apparato di sicurezza che doveva vigilare sulla sicurezza del Presidente; tra questi evidenziò la mancata ispezione dei fabbricati adiacenti al passaggio del corteo, la mancata identificazione del personale di ausilio alla polizia che vigilava lungo il percorso del corteo, nonché un superficiale dispiegamento di queste stesse forze eseguito in maniera non propriamente idonea al fine di scongiurare problemi. I documenti in questione risalenti al 1964 furono secretati fino al 2039, ma nel 2017 Trump decise di desecretarli, almeno quelli non andati distrutti. Lo svolgimento delle indagini a porte chiuse e in gran segreto, le omissioni, le incongruenze e non da ultimo, l'omicidio di Oswald, l'assassino di Kennedy, avvenuto due giorni dopo l'attentato in una centrale della polizia di Dallas, fecero sorgere forti sospetti sugli avvenimenti, tanto da far circolare per la prima volta l'idea di una "teoria del complotto", vale a dire un atteggiamento critico nei confronti di una versione ufficiale resa poco credibile dalle molte incongruenze che si ravvisano in essa. L'idea del complotto configura un potere che si muove dietro le quinte, ossia sopra le teste dei cittadini, in una funzione spesso anti-democratica, con il fine di compiere un atto illegale o immorale, e comunque in antitesi con i convincimenti istituzionali, ossia quelle disposizioni morali e legali che sono alla base del diritto dello Stato.
Quindi la teoria del complotto ha iniziato ad avere evidenza per la prima volta proprio negli anni '60 in quanto proprio in quegli anni i media vivevano una fase di piena espansione, arrivando, attraverso le informazioni giornalistiche a buona parte dei cittadini: il pensiero critico, fondato o meno, riusciva in questo modo ad esercitare il dubbio riguardo ad una versione ufficiale che faceva acqua da tutte le parti. Tuttavia, complotti e accordi segreti non sono merce rara all'interno del flusso storico. Chad M. Kahl osserva che dal 1521 fino al 2004 si registrano 593 trattati e accordi segreti che coinvolgono 110 stati. La pratica del trattato segreto in passato era una pratica estremamente diffusa per amministrare il potere e regolare la politica estera. Senza andare troppo lontano, basti pensare al gran numero di trattati segreti che fecero da preludio al Primo conflitto mondiale, dove anche l'Italia fece la sua parte con il Trattato di Londra, nel quale all'Italia, paese aderente alla Triplice Alleanza, furono promessi dei territori in cambio dell'adesione di entrare nel conflitto al fianco della Triplice Intesa. La segretezza dell'accordo venne violato, quindi reso pubblico, dai bolscevichi dopo la presa del potere in Russia nel 1917. Dopo la seconda guerra mondiale l'ONU impose normative severe che andarono a vietare la pratica dell'accordo segreto, invitando gli Stati membri a registrare e rendere noto al più presto ogni accordo tra gli stati. Nonostante il pronunciamento dell'ONU gli stati, con la motivazione della sicurezza nazionale, hanno continuato a decidere le sorti dei cittadini a loro insaputa. E' il caso della stipula da parte del Governo italiano con la controparte statunitense del Bilateral Infrastrutture Agreement nel 1954, riguardante la concessione ad istituire sei basi USA sul territorio italiano, in chiave strategica, all'interno dello scacchiere dettato dalla guerra fredda. Il patto è attualmente coperto da segreto di stato, ma le forze statunitensi nel corso del tempo sono andate probabilmente oltre gli scopi istitutivi, quando in assenza di una guerra fredda, a causa del crollo del Patto di Varsavia, le basi sono state usate per interventi fuori dalla sfera NATO, come ad esempio la guerra in Iraq. In Italia essere complottisti è facile, basti pensare a tutti i misteri, le stragi e i depistaggi, i rapporti Stato-mafia che non hanno mandanti e dove le trame si perdono nei meandri dei palazzi del potere civile e religioso.
G. Grosz: Eclisse di sole |
G. Grosz: I pilastri della società |
Bibliografia:
Chad M. Kahl, Relazioni internazionali, sicurezza internazionale e politica comparata: una guida ai riferimenti e alle forme di informazione, Greenwood, 2008.
Commenti
Posta un commento